In questi giorni, grazie a Bruno Vespa, anche gli italiani che erano sfuggiti a questa fondamentale notizia, sono venuti a conoscenza di un segreto che tutti noi gay e lesbiche giuriamo di mantenere sin da quando, in culla, ci viene consegnato il nostro primo boa di piume di struzzo (ai maschi) e la nostra chiave per il camion (alle femmine): l’esistenza della Lobby Gay.
Orgogliosi eredi della Carboneria, Massoneria e svariate altre -ia, anche noi tramiamo nell’ombra per conquistare il mondo, cosa che, per inciso, ci riesce particolarmente bene in Italia, luogo dove non abbiamo uno straccio di diritto e non esiste manco una legge contro l’omofobia.
Un esercizio del potere quindi, talmente tanto mysterioso e criptico, che certe volte sfugge persino a noi.
Ma del resto chi mai sospetterebbe che in Italia esista un gruppo di potere così forte da riuscire a condizionare le decisioni di uno stato laico, uno vero stato nello stato talmente potente da spuntare privilegi (tra i quali esenzioni fiscali), ore di insegnamento non richieste nelle scuole pubbliche e finanziamenti per istituti privati ove si segue il programma deciso del ministero, ma a modo proprio?
Chi mai potrebbe avere il vago sospetto che se una lobby c’è non è quella gay?
Io no di certo! Non guardate me! Anzi, per dimostrare al mondo che la lobby gay esiste eccome, ho deciso di tradire la causa e svelare al mondo intero come funziona il nostro tesseramento e a quali privilegi, sconti e convenzioni dà diritto.
Il mondo deve sapere!
“La tessera della lobby gay”, un fumetto tutto per voi.